La mia amata e il suo bagno


Ero arrivato a casa sua e, i genitori, mi fecero accomodare in salotto. Iniziai a giocare con il fratellino ma, dopo poco tempo, arrivò la mia ragazza bella come non mai. Mi accorsi che faceva proprio un bel figurino con quella camicia che le facevano risaltare i bei seni sodi che spuntavano dritti. Andammo in camera sua per preparare le ultime cose prima di uscire. Si appoggiò con il sedere sopra la scrivania e, con la coda dell’occhio, potei notare da sotto la corta gonna le sue mutandine azzurre che coprivano il suo pelo pubico nero e riccioluto. I suoi ben presto se ne andarono al parco con il bambino più piccolo. Restammo soli io e lei. Voleva farsi una doccia mi disse con maliziosità. Andò in bagno, infatti, e aprì l’acqua calda per riempire velocemente la vasca da bagno. La mia eccitazione saliva alle stelle dato che non l’avevo mai vista completamente nuda sotto il mio sguardo. Mi invitò nel suo bagno per poterle dare una mano ad insaponarsi. Si tolse con eleganza i vestiti offrendomi una bella immagine del suo sedere tondo con relative mutandine azzurre ricamate che le entravano nel solco e, subito dopo, si tolse il top che le stringeva i grossi seni insieme con le mutandine di pizzo azzurro. Vedevo i suo seni liberi che sfidavano la forza di gravità, sodi e grossi quel tanto che basta, con i capezzoli già duri, il suo sesso nascosto da una leggera peluria nera e riccia.
Toccavo i suoi seni e succhiavo i suoi capezzoli che sparavano dritti andando col le mani giù fino a palpare il suo bel sedere a mandolino. Era bellissimo il suo corpo. La mia ragazza, è alta 170 cm, mora capelli piuttosto lunghi e lisci che sfiorano dolcemente i suoi seni, un gran bel seno sodo abbronzato per il frequente uso del topless, due belle gambe ed un bel sederino invitante a mandolino. Eravamo da pochi giorni insieme ed io avevo ora la possibilità di godermi tutto quello spettacolo. Mi fece spogliare anche a me per “aiutarla meglio ad insaponarla”. Il suo sesso ora era completamente libero da ogni peluria in modo da poterlo vedere bene. Era la mia occasione. Mi precedette lei incominciando ad accarezzarmi i capelli, spingendo con delicatezza la testa vicino la suo monte di Venere.
Con sapiente perizia iniziai a scendere giù con la testa senza staccare la lingua dal suo corpo ormai in balia mia. Allargò dolcemente le gambe e aprì le grandi labbra della vagina ed iniziai un sensuale movimento di lingua. La lingua saettava su tutto il clitoride provocandole fitte di piacere indescrivibili. Ogni leccata era uno spasmo che i suoi recettori registravano. Avevo appena cominciato. Si girò dandomi le spalle ed alzandosi. Voleva che le insaponassi il suo bel petto. Niente di più bello mi era stato chiesto. Ora stavo massaggiando con la mano insaponata il suo petto, soffermandomi maggiormente sui suoi capezzoli che piano piano diventavano sempre più duri e dritti. Il mio membro si stava agitando troppo andando a toccare la fossettina tra le sue adorabili chiappe. Lei lo sentì abbastanza tanto da sporgersi in avanti dopo avermi detto che le piaceva fantasticare di notte me, che le violentavo il suo culetto vergine.
Non sapevo fosse così libera da ogni imbarazzo. Bhe, il massaggio sul suo seno deve aver fatto una bella sensazione. Dirigo con una mano il mio fallo contro il suo sedere. E’ davvero vergine. Questa azione le provoca un forte dolore e così decido di insaponarle per bene il suo buchetto. Ritento la mossa che, questa volta, risulta più goduta. Luisa comincia così un lento ma profondo movimento di anca assecondato dal mio movimento. Finiamo di insaponarci e lavarci uscendo dal bagno. Luisa, dopo essersi asciugata velocemente con un asciugamano, incomincia ad asciugarmi velocemente il petto. Scende poi verso il basso soffermandosi a lungo sul mio pene che stà letteralmente scoppiando.
“Amore, non hai lavato per bene il tuo amico” mi sussurra nell’orecchio e, così detto, scende di nuovo verso la mia verga. La sua faccia è a pochi cm dal “mio amico” (come lo chiama lei).
“Potresti lavarmelo tu” le rispondo con una certa maliziosità nel tono. Appena finisco di parlare, incomincia a prendere in bocca tutto il mio membro soffermandosi sul glande. Vivo violenti spasmi di goduria e Luisa se ne accorge dato che si sofferma a lungo in quella zona. Finito di pulirmelo, si alza strofinando il suo sesso contro il mio. Non ragiono più. Prendo Luisa per le anche e la sbatto sul bordo della lavatrice ferma. Luisa con una mano accende l lavatrice e, in pochi attimi di tempo, comincia a lavare il bucato che è dentro. Infilo il mio membro nella sua cavità, ispezionandola bene prima, muovendomi velocemente e ritmicamente poi.
Le nostre anche cominciano a muoversi ritmicamente aiutate anche dalla lavatrice che incomincia ora la centrifuga. Dopo qualche decina di minuti, Luisa è pervasa da violenti spasmi ed inondata dal mio membro. Vedo la sua faccia in preda alle emozioni e decido di muovermi lentamente dentro di lei in modo da massaggiale l’intera cavità. Luisa chiude le gambe, imponendomi di restare dentro di lei. La chiusura delle sue gambe è forte tanto da imprigionare il mio membro. E’ trascorsa oramai una bella mezzoretta passata dicendo poche cose.
Ci vestiamo velocemente e Luisa mi guarda con uno sguardo malizioso. “Cosa hai in mente tesoro?” Le chiedo un po’ impaurito dei suoi pensieri.
“Tra non molto verrà una mia amica. Non ti dispiace vero?”
“No, figurati” le rispondo con semplicità. Dopo 20 minuti circa suona il campanello di casa. Luisa apre la porta e fa entrare la sua amica. Mi alzo dal divano anche io per salutare la sua amica. Alla porta vedo una bella ragazza, con un fisico atletico e con un abbigliamento estivo.
“Scusa per il ritardo ma le doccie della polisportiva non funzionavano a dovere” dice ponendo per terra la sua borsa. Doveva essere una nuotatrice professionista dato il suo fisico minuto ma ben equilibrato ed atletico.
“Entra pure e siediti sul divano. Fai come se fossi a casa tua!” le disse Luisa. Feci la conoscenza di Stella. Avevo ragione; era una nuotatrice di professione tanto da essere stata campionessa regionale per la sua categoria.
Il pomeriggio trascorreva con serenità tra un bacio a Luisa ed un bicchiere di buon vino tirato fuori dalla cantina del padre di Luisa. Il vino non l’ho mai retto tanto bene come la birra o gli alcolici e sentivo la testa che cominciava a farmi male e a girarmi. Anche le due non dovevano stare tanto bene con la testa sentendo i loro ragionamenti. Stella, in preda all’ennesimo bicchierino, uscì con una sua idea:
“Perchè non movimentiamo la festa con un gioco?” Anche a me sembrava una festa non tanto animata e, insieme a Luisa, acconsentii al gioco.
“Facciamo il gioco della bottiglia?” disse Stella ma la sua proposta fu rifiutata da entrambi perchè era troppo vecchia.
“Perchè allora non facciamo una partita a carte?” Le carte non sembravano attirare l’attenzione di Luisa ne tantomeno la mia ma, dopo altre possibilità esposte da Stella, decidemmo per un poker. La posta in palio erano i vestiti oppure un altro bicchiere di vino. Iniziammo la partita ponendo alcune regole di comportamento: non ci si poteva spogliare completamente nudi, bisognava tenere gli indumenti intimi; se uno non voleva spogliarsi poteva, per 4 volte massimo, bere un bicchiere di vino. Luisa corse in cantina e prelevò altre due bottiglie di vino buono.
La partita si susseguì tra bicchieri di vino e spogliarelli. Dopo alcune “mani” la situazione era pressoché simile. Sia Stella che Luisa erano rimaste in abbigliamento intimo e, non potendo disubbidire alle regole imposte, incominciarono a bere i bicchierini di vino; io, avendo preferito essere il più coperto possibile, avevo già consumato i miei bonus alcolici ed ero rimasto solo con i pantaloni, la maglietta e i boxer. L’alcool del vino oramai aveva fatto effetto sui nostri corpi e, le decisioni, erano date dal vino piuttosto che dalla testa. Dopo altre “mani” arrivò il turno di Stella che si doveva spogliare (cosa non ammessa dal suo regolamento) oppure bere un altro bicchiere di vino (già esauriti precedentemente).
Luisa, in preda all’alcool, disse che le regole descritte da Stella non permettevano di spogliarsi altre agli indumenti strettamente intimi ma non escludevano di farseli togliere dagli altri due. Stella ci rifletté un po’ su e poi scoppiò a ridere suscitando una risata collettiva inlogica. Mi avvicinai a Stella da dietro ed incominciai a far scorrere le mie mani sul suo corpo fino a toccarle le piccole ma sode tette.
Gli slacciai allora il reggiseno facendolo cadere a terra. Rincominciammo il gioco e, maliziosamente, persi questa mano. Anche io ero oramai rimasto solamente in boxer. Il petto di Stella mi aveva tolto quella poca concentrazione che disponevo in quel momento. Persi, dopo alcune mani, ancora e le due ragazze mi si avvicinarono palpandomi una il sedere ed una il mio membro. Dopo alcuni secondi anche i miei boxer erano per terra accanto al reggiseno di Stella. Luisa era rimasta ancora con tutte e due gli indumenti addosso.
Era lei che stava vincendo per il momento. Stella perse nuovamente e noi due le riservammo lo stesso trattamento tenuto per me. Io le ero davanti per accarezzarle il suo sesso mentre Luisa era dietro per palparle il sedere. Anche Stella ora era completamente nuda sotto i nostri sguardi sfoggiando delle belle e lunghe gambe nonchè una passera completamente rasata, libera da ogni impedimento di peluria. Finimmo la partita proclamando Luisa la vincitrice.
“Ora puoi disporre come vuoi di noi due” disse Stella.
“Dovrete farmi godere fino allo spasmo se no verrete puniti severamente” rispose la mia fidanzata.
Mi avvicinai nuovamente al piccolo orifizio tra i splendidi glutei di Luisa e comincia a stantuffare ritmicamente Luisa. Stella intanto le toccava avidamente i seni come se volesse rubarglieli, massaggiandoli poi con la sua bocca e la sua lingua. Era troppo per i sensi nervosi di Luisa che, in pochi istanti, si lasciò ad un potente orgasmo mai provato. Stella si ricompose facendo alzare anche la mia ragazza. Le due erano ormai esauste e, anche io lo ero. Ci sdraiammo tutti vicini sul letto matrimoniale dei suoi genitori e, in pochi minuti, sopraggiunse il sonno.
Mi sveglia dopo circa una oretta con le mani di Stella sul mio membro e la mia bocca vicina ai grossi seni di Luisa come fa un bambino per la poppata. Tolsi le mani di Stella dal mio membro facendola svegliare. Lei rimise le sue mani dove erano prima cominciando un veloce e feroce movimento concluso poi con una sana sborrata nella sua bocca che l’accolse quasi tutta, lasciandone poca cadere sul suo seno. Mi alzai ancora con il membro eretto e le pulii il petto soffermandomi sui suoi capezzoli e, infine, dandogli un forte e violento succhiotto sopra il capezzolo. Dopo una ventina di minuti tutti e tre eravamo svegli e non riuscivamo a capire esattamente e lucidamente, come avevamo fatto a rimanere nudi sul letto matrimoniale dei genitori di Luisa.

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